Si è svolto nel pomeriggio l’evento digital intitolato “La maglia azzurra: storie e voci dei suoi protagonisti” organizzato dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con la Federazione Italiana Giuoco Calcio, che si inserisce nell’ambito dell’iniziativa “La Regione scende in campo”.
Alla vigilia del match valido per le Qualificazioni ai Campionati Mondiali di Qatar 2022 tra Italia e Irlanda del Nord che si giocherà domani allo stadio Ennio Tardini di Parma, 832° partita dell’Italia e 39° volta per la Nazionale in Emilia-Romagna, lo storico Teatro Regio della città emiliana ha ospitato un’ora di ricordi, aneddoti ed emozioni di chi la maglia azzurra l’ha vestita con orgoglio e passione, e che al territorio dell’Emilia-Romagna deve molto.
L’ex storico portiere della Nazionale Gianluca Pagliuca, l’indimenticato idolo dei tifosi gialloblù Gianfranco Zola e il CT della Nazionale di Calcio Femminile Milena Bertolini, che tra Reggio Emilia e Modena ha vissuto anni indimenticabili, sono stati i protagonisti di questo evento nato dalla volontà di creare un’occasione per parlare dei valori della Nazionale, non solo su una piattaforma digitale, ma partendo da un luogo storico e simbolico per Parma e per l’Italia, il Teatro Regio. Il Calcio e la Nazionale con il loro mondo di emozioni, ricordi, storie sono diventati così il pretesto per parlare di costume, storia, società e cultura.
L’incontro è stato aperto dal saluto del Presidente della FIGC Gabriele Gravina: “Sono felice che l’Italia torni a giocare a Parma e in Emilia Romagna, una regione che come dice bene il suo slogan, sta facendo molto per lo sport e il calcio italiano. Torniamo in un momento complesso per il sistema Paese, ma lo facciamo forti del ritrovato affetto di milioni di italiani che vedono nella Nazionale di Mancini un motivo di gioia, di coraggio e di rinascita: vogliamo contribuire alla ripresa dell’Italia anche dal punto di vista emotivo. Il calcio azzurro rappresenta una vera e propria terapia di contrasto alla delusione, alle difficoltà e allo scoramento degli ultimi mesi. Lo vogliamo fare in campo e fuori, anche per questo venerdì andrò a visitare un’altra eccellenza di questo territorio insieme al Presidente Bonaccini, l’Ospedale Maggiore, per ringraziare quanti sono in prima linea da mesi per traghettarci fuori da questo incubo.”
Indossare la maglia azzurra significa farsi carico delle emozioni di un intero paese e, in un momento così difficile, parlare di unità e del simbolo della maglia azzurra è un messaggio importante a cui sia FIGC sia la Regione Emilia Romagna tengono molto. Per la Regione lo Sport ha un valore fondativo e significa benessere fisico, formazione e inclusione sociale, come ha ricordato Giammaria Manghi, capo della Segreteria Politica della Regione Emilia-Romagna.
Gianfranco Zola, dalla Sardegna, ha trovato in Emilia e a Parma una società e un territorio che lo ha fatto crescere: “È il posto dove ho giocato forse il mio miglior calcio. Di Parma e del Tardini conservo sempre un ottimo ricordo.” Zola ha poi raccontato come la sua passione per il calcio e per la Nazionale sia nata da suo padre e dal rapporto con Gigi Riva. La scintilla è scattata con il Mondiale del 1982, aver visto vincere un mondiale gli ha dato l’obiettivo, una volta diventato professionista, di diventare un giocatore della Nazionale. Nonostante le esperienze dure e dolorose, come il Mondiale ‘94 ed Euro ‘96, aver fatto parte della Nazionale è sempre stato un onore e una gioia. Zola ha ricordato: “Come quando abbiamo vinto a Londra, Ricordo la soddisfazione di tutti gli italiani che vivevano in Inghilterra e quanto fosse importante per loro quella partita. L’entusiasmo e la gioia che ho ricevuto nei giorni successivi sono ricordi che porto sempre con me.”
Un rapporto tra il territorio emiliano-romagnolo, la Nazionale e il calcio dei grandi campioni è stato poi rappresentato da un bolognese doc: Gianluca Pagliuca. Nella sua regione ha mosso i primi passi nelle giovanili del Bologna prima di ritornarci dal 1999 al 2006, dopo una parentesi che lo ha consacrato come uno dei migliori portieri della sua generazione, ricorda così la Nazionale: “L’esordio di Sacchi è stata la mia prima da titolare, fatta a Genova, dove da poco avevo vinto uno scudetto con la Samp. Ho giocato 3 mondiali molto importanti per la mia crescita. Nel ‘90 avevo due totem come Zenga e Tacconi, il ‘94 l’ho fatto da titolare. Io e Gianfranco abbiamo fatto un’esperienza simile, con un’espulsione con gioie e dolori immensi. Le emozioni che ho provato nel ‘94 sono incredibili. Se penso alla finale giocata nel ‘94 a Pasadena penso ancora a come sarebbe stato alzare quella coppa.”
Milena Bertolini, un altro frutto della terra emiliana che nella sua regione ha collezionato successi e momenti incredibili da giocatrice e da allenatrice, ha parlato del rapporto unico con la maglia Azzurra: “La Nazionale per me il ricordo inizia da quando ero piccola. Il ricordo più vivo è quello del 1982, la partita con Brasile e Argentina. La maglia azzurra rappresenta qualcosa di superiore. Rappresenta l’unione, la patria, che sono valori importanti che mi porto dentro e ritrovo nella maglia azzurra.” Non solo ricordi, Milena Bertolini è il CT della Nazionale Femminile e ha raccontato il grande percorso di crescita che sta facendo il calcio femminile. 8 milioni di telespettatori su RAI UNO è la più grande testimonianza di entusiasmo e interesse per un gruppo che ha cercato di rappresentare al meglio l’Italia al Mondiale Femminile del 2019. “Il calcio è uno sport bellissimo, per me il più bello. Per una ragazza è una palestra di vita, ti fortifica e ti fa affrontare le difficoltà della vita e della società. Vengo da una regione in cui l’emancipazione delle donne è cominciata tanto tempo fa e io ne ho beneficiato. Non è un caso che io abbia fatto questo sport con assoluta normalità, sempre più bambine giocano a calcio con i maschi fin da giovanissime e questo potrebbe essere un apporto culturale fondamentale anche nella crescita dell’uomo. Lo sport potrebbe dare un contributo fondamentale nell’educazione delle future generazioni”.
Nuove generazioni, talento e passione sono stati al centro di un dialogo interessanti tra i 3 protagonisti. Senza passione, tempo, impegno ed energie diventa difficile raggiungere i grandi risultati e ambire alla Nazionale. Zola, Pagliuca e Bertolini hanno dato una grande lezione di umiltà e di impegno. Se il talento è indispensabile, ma non è l’unica cosa che ti porta in Nazionale e fa raggiungere grandi risultati. Il lavoro sulle nuove generazioni, al maschile e femminile, la pazienza e la dedizione sono la chiave per un futuro azzurro, come quello dei tanti giovani coinvolti nella Nazionale Italiana.
Le parole del Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini hanno chiuso l’incontro “Ospitare in Emilia-Romagna la nazionale di calcio è un onore. L'Italia è un sentimento che ci accomuna tutti, un senso di unità del quale abbiamo ancora più bisogno in un periodo così difficile come quello che stiamo vivendo. In fondo, abbinato al calcio e ai grandi momenti della nazionale, c'è la storia personale di ognuno di noi. E lo sport ci insegna che tutti abbiamo bisogno degli altri per raggiungere i migliori risultati. Come Regione, crediamo molto negli investimenti sportivi, perché lo sport è anche un grande mezzo di promozione del nostro territorio, che si unisce alle eccellenze paesaggistiche e gastronomiche, di cui Parma è una delle rappresentazioni più alte nel mondo.
Sono grato al Presidente Gravina e alla Federazione Italiana Giuoco Calcio, senza di loro non avremmo avuto questa possibilità.”